Sergio Bruni
Sergio Bruni, pseudonimo di Guglielmo Chianese (Villaricca, 15 settembre 1921 – Roma, 22 giugno 2003)
A nove anni s’iscrisse a una scuola serale di musica e a undici diventò suonatore di clarinetto nella banda del paese, realizzando così la sua prima esperienza da musicista. Nel 1938, a diciassette anni, si trasferì con la famiglia a Napoli nel quartiere Chiaiano e cominciò a lavorare come operaio. Nel settembre del 1943, mentre si trovava a casa in licenza di convalescenza, proveniente dal novantunesimo reggimento fanteria di stanza a Torino dove cantò per la prima volta davanti ad un pubblico di militari, ebbe notizia che a Napoli la gente stava insorgendo contro le truppe tedesche e formò con una decina di giovani della sua età un gruppo di volontari.
Si procurarono delle armi e il 29 settembre, con l’aiuto di un capitano d’artiglieria, riuscirono a sminare il ponte di Chiaiano, minato dai tedeschi. Sulla via del ritorno s’imbatterono in una pattuglia tedesca e, in uno scontro a fuoco, rimase gravemente ferito alla gamba destra e segnato per sempre da una menomazione nel camminare. Trasportato avventurosamente in ospedale su di un carretto, si salvò per miracolo. Dimesso dall’ospedale, spinto e aiutato dai suoi amici di Chiaiano, cominciò a frequentare la scuola di canto tenuta dal maestro Gaetano Lama e dal cantante Vittorio Parisi, diventandone subito il vanto.
Dopo pochi mesi, il 14 maggio 1944, presentato proprio da Vittorio Parisi, esordì ufficialmente davanti al pubblico del Teatro Reale di Napoli. Ottenne un grande successo, ma il giorno dopo l’impresario rifiutò di farlo cantare per non disturbare i suoi “artisti scritturati”. Il cantante, che non aveva altri lavori, visse momenti difficili e cominciò a frequentare la Galleria in cerca di qualche piccola scrittura che non arrivò quasi mai.
Ma l’anno dopo entrò nel mondo della canzone dalla porta principale, vincendo un concorso per voci nuove bandito dalla RAI. La fase finale si svolse il 21 ottobre al Teatro delle Palme di Napoli e Bruni ottenne un vero trionfo, classificandosi primo con 298 voti contro i 43 del secondo classificato. La vittoria gli fruttò un premio di 3000 lire e un contratto con Radio Napoli. Cominciò così lunghe prove di dizione e di canto sotto la guida del maestro Gino Campese, che dirigeva allora l’orchestra stabile di Radio Napoli, cantando poi in seguitissime trasmissioni radiofoniche. Lo stesso maestro Campese gli suggerì il nome d’arte Sergio Bruni per evitare confusione con un altro cantante radiofonico che si chiamava Vittorio Chianese.
Il 1948 fu per Sergio Bruni un anno cruciale per la sua vita e la sua carriera di cantante. Il 14 febbraio si sposò con Maria Cerulli, con la quale mise al mondo quattro figlie. Nello stesso anno incise per La Voce del Padrone, che restò la sua casa discografica per un ventennio, il suo primo disco. Nel 1949 interpretò la canzone Damme ‘sta rosa, con parole di Giuseppe Casillo e musica del maestro Luigi Vinci, edita a Napoli dalla casa di musica Gennarelli. Sempre nel 1949, scritturato dalla Casa Editrice La Canzonetta, partecipò alla sua prima Piedigrotta, ottenendo un clamoroso successo con Vocca ‘e rose e presentandovi in seguito altri numerosi motivi, come Surriento d’e nnammurate (1950), Chiesetta nella valle (1951), A rossa (1952), O rammariello (1952), A Luciana (1953), Chitarrella chitarrè (1953), Vienetenne a Positano (1955) e Piscaturella (1956).
In questi anni Sergio Bruni incominciò ad imporre il suo stile interpretativo sempre più personale e inconfondibile che gli procurò un grande consenso popolare che lo accompagnò per tutta la sua carriera. Dal 1952 partecipò a dodici Festival della canzone napoletana, portando al successo canzoni amate e cantate ancora oggi, come Sciummo (1952), O ritratto ‘e Nanninella (1955), Suonno a Marechiaro (1958) e Vieneme ‘nzuonno (1959). Poi, con Serenata ‘e piscatore (di Nello Franzese e Rino Solimando) cantata anche da Giorgio Consolini, vince il 3º premio alla Piedigrotta-RaiTv del 1958. Si classificò primo nel 1962 con Marechiaro marechiaro e nel 1966 con Bella e avrebbe vinto anche il festival del 1960 con Serenata a Margellina, ma si ritirò clamorosamente all’ultimo momento, rifiutandosi di partecipare alla serata finale per una diatriba con Claudio Villa e gli organizzatori.
Nel 1960, al culmine della sua carriera, debuttò al Festival di Sanremo con Il mare ed È mezzanotte. Nello stesso anno incise con l’editore Acampora Sfaticatella, canzone d’amore musicata da Raffaele Vincenti, con testo di Giuseppe Casillo.
Nel 1961 prese parte al Giugno della Canzone Napoletana, posizionandosi al terzo posto.
In seguito si ritirò nella sua villa di Napoli e stipendiò per anni il suo pianista di allora, Gianni Aterrano, per concentrarsi quasi esclusivamente sul repertorio classico della canzone napoletana.
Diminuì drasticamente le esibizioni e abbandonò gradualmente tanti suoi successi. Tra le numerose canzoni antiche che interpretò, si ricordano Fenesta vascia, La serenata di Pulcinella, attribuita a Cimarosa, e A rumba de scugnizzi di Raffaele Viviani.
Sergio Bruni scrisse anche la musica di canzoni di grande successo, come Palcoscenico (1956) e Na bruna (1971). Decisiva fu la collaborazione con il poeta Salvatore Palomba: un sodalizio da cui nacquero, tra l’altro, Carmela (1976), divenuto un classico della canzone napoletana, e l’album Levate ‘a maschera Pulecenella (1975), diventato nell’ottobre del 1976 anche uno spettacolo televisivo e teatrale.
Nel 1980 nacque Amaro è ‘o bene, altro grande successo del duo Palomba – Bruni, incluso nel disco Una voce una città, contenente, tra l’altro, il testo di Eduardo De Filippo È asciuto pazzo ‘o patrone, musicato da Bruni. Tra il 1980 ed il 1990 Bruni realizzò un’antologia della canzone napoletana con le canzoni da lui più amate, nate dal 1500 in poi, ed alcune di sua composizione. Il lavoro venne pubblicato nel 1984 in un’edizione in cofanetto con quattro dischi a 33 giri, contenenti quaranta canzoni, e un libro curato da Roberto De Simone e autoprodotto da Bruni. Nel 1991 la Casa Editrice Ferdinando Bideri ripubblicò in formato CD e MC il primo cofanetto e vi aggiunse un secondo cofanetto con oltre quaranta canzoni. Nello stesso anno Bruni realizzò uno spettacolo televisivo basato su questo lavoro discografico.
Il 5 agosto 1998 è ospite d’onore del Festival di Napoli tenutosi su Rete 4. Per l’occasione si esibisce con il brano Carmela
Nel marzo del 2000, per motivi di salute e opportunità, lasciò la sua villa di Napoli e si trasferì a Roma, città d’abitazione di due delle sue quattro figlie. Il 15 settembre del 2001, in onore del suo ottantesimo compleanno, Villaricca organizzò un Bruni Day dedicato al suo cittadino, al quale partecipò anche Nino D’Angelo, che nel dicembre 2008 pubblicherà un CD in suo onore intitolato D’Angelo canta Bruni. Nello stesso anno Bruni, in coppia con il cantautore Lino Blandizzi, incide il suo ultimo brano intitolato Ma dov’è, pubblicato nell’album Blandizzi incontra Sergio Bruni.
Sergio Bruni si spense per una crisi respiratoria all’ospedale Santo Spirito di Roma il 22 giugno 2003.
(Fonte Wikipedia)